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Trento, 15 giugno 2004
QUALE FUTURO PER VILLA ANGERER DI ARCO (“EX SANACLERO”) E PER IL SUO PARCO?
Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici per L’Ulivo

In questo periodo sono in corso alcune iniziative culturali attraverso le quali si stanno recuperando le testimonianze storiche e scientifiche circa l’importanza dell’Alto Garda e della Città di Arco in modo particolare nel campo della cura delle patologie polmonari. L’aria del Garda trentino, unita alle condizioni climatiche locali, contribuì a fare di Arco uno dei più celebri luoghi di cura – Kurort – dell’Impero austro-ungarico, ponendo così le basi per il successivo sviluppo turistico dell’area e del Trentino in generale. La città ospitava all’inizio del secolo scorso diversi edifici, tra hotel e sanatori, che sfruttavano le favorevoli condizioni ambientali.

Tra questi edifici spiccava per la qualità architettonica e per il contesto ambientale, in particolare per l’ampio parco urbano esteso su circa 30 mila metri quadrati, la Villa Angerer. Costruita nel 1873 per iniziativa del facoltoso imprenditore di Innsbruck Giovanni Angerer, la villa fu ceduta negli anni Trenta del secolo scorso dai suoi eredi all’Istituto Fides, ad uso sanatorio per gli ecclesiatici. Lo scopo dell’istituto era quello di provvedere alla profilassi e cura antitubercolare a favore dei sacerdoti e chierici d’Italia, minacciati e colpiti dalla tubercolosi.

Ampliata fino ad una capienza di 100 posti letto, la casa di cura venne inaugurata il 23 settembre 1936. Ulteriormente ampliato negli anni successivi, il sanatorio venne consacrato nel 1939 al Sacro Cuore di Gesù, assumendo in seguito il nome “Sanaclero”.

Alla fine degli anni Sessanta il centro sanatoriale di Arco era già quasi scomparso ed il Sanaclero chiuse definitivamente la sua attività il 30 giugno 1970. Nel 1973 l’Ospedale provinciale “Armanni” venne autorizzato dalla Giunta regionale ad acquistare il complesso ex-Sanaclero di Vigne per un prezzo di 320 milioni di lire.

Con la riforma sanitaria nazionale del 1983 il complesso passò infine di proprietà alla Provincia Autonoma di Trento, la quale ipotizzò nel corso dei venti anni successi diverse soluzioni per l’utilizzo del complesso – che dispone di una volumetria di 17 mila metri cubi – e del parco di 3 ettari, sul quale è pure intervenuto negli ultimi anni, in termini di manutenzione, anche il Servizio Ripristino della PAT: parco che è stato anche occasionalmente aperto al pubblico.

Tutto ciò premesso il sottoscritto Consigliere provinciale

interroga la Giunta provinciale per sapere 

1. quali siano le intenzioni della Provincia rispetto al complesso ex-Sanaclero, se esistano dei vincoli giuridici al suo utilizzo, ovvero se siano in corso trattative per la cessione dell’immobile e del parco;

2. se sono state fatte delle valutazioni progettuali circa un nuovo utilizzo della struttura;

3. se non ritenga che in caso di cessione dell’immobile si debba cercare di preferire un utilizzo pubblico, come ad esempio finalità formative ed educative;

4. se non ritenga che il parco possa essere destinato in parte prevalente a parco urbano utilizzabile dalla cittadinanza di Arco e dai suoi ospiti, ciò a prescindere dalla cessione dell’immobile;

5. se non ritenga, qualora il complesso immobiliare venga ceduto a privati, che almeno una parte del parco sia comunque riservata ad uso pubblico;

6. se non ritenga, a prescindere dall’esistenza di ipotesi di cessione dell’immobile concretizzabili a breve termine, che sia comunque opportuno valorizzare il parco, attuando migliorie indispensabili e aprendolo quotidianamente al pubblico;

7. se non ritenga opportuno coinvolgere l’amministrazione comunale di Arco nell’individuazione di scelte che comunque avranno riflessi sulla vita della comunità locale.

Cons. dott. Roberto Bombarda

     

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